Oggi il mestiere dell’influencer è probabilmente il più famoso e quotato; se fino a qualche anno fa diventare calciatore o velina era l’aspirazione più grande per i più giovani, oggi avere migliaia di follower ed essere inondati di like grazie a foto o real che raccontano la propria vita è il lascia passare per il successo. Ma non sempre è così. C’è chi del web, piuttosto che farne una vetrina e uno specchio per riflettere se stessi, ne ha fatto una sorta di contenitore di saperi e di simpatica. È così che, navigando sul web, ci si imbatte nella storia di Andrea D’Amato, un giovane ragazzo italiano che vive a Cirò Marina, paese della provincia crotonese, dove abita insieme a sua madre Sabàh e a suo padre Vincenzo.
Da qualche anno per tutti è “Arabo-Calabro”, personaggio ormai conosciuto nel web e seguito su Instagram da quasi più di quindici mila follower. Da quando ha iniziato a registrare i suoi video, da un angolo della sua cameretta di casa, al grande salto sull’etere il passo è stato breve. Nel giro di poco tempo, dapprima nel suo paese e poi dai suoi seguaci, si è sentito spesso dire “Masselema” ma anche “Assalemu aleykum wa rahmatullahi wa baraketuhu”. Una soddisfazione frutto del grande lavoro di divulgazione che Andrea porta avanti, grazie anche ai suoi amici che spesso lo supportano e lo sostengono nella realizzazione dei suoi tutorial parlati, metà in arabo metà in cirotano. Due anime che convivono in lui e che hanno arricchito la sua mente e la sua anima.
Andrea D’Amato, tutorial e identità
Sembrerà strano ma Andrea si è avvicinato allo studio della sua “lingua madre” non molto presto, solo qualche anno fa ha deciso infatti di imparare l’arabo (per la felicità della nonna) grazie all’aiuto del suo insegnante Abdelrahìm che, all’interno della Moschea di Cirò Marina, tiene lezioni per lui e per molti altri ragazzi. Tutto questo portando avanti i suoi studi universitari di Giurisprudenza che lo hanno portato oggi ad essere anche interprete presso il tribunale di Crotone. L’idea è quella di poterla far diventare una lingua, come l’arabo, una delle più parlate al mondo, sempre più moderna, vicina ai giovani, senza mai dimenticare il suo dialetto calabrese che diventa, così, veicolo di informazioni.
Tutto questo grazie all’ironia e alla simpatia che contraddistingue Andrea D’Amato: «Mia madre è marocchina, mio padre calabrese di origini Arbëreshë, un mix di culture che convivono in me e che forse mi hanno dato la spinta ad essere così curioso. Mi ha sin da subito impressionato l’apertura culturale e mentale che hanno dimostrato i miei concittadini. Cirò Marina è un paese nel quale da decenni convivono diverse comunità straniere in maniera pacifica e proficua, ed è proprio da questo esempio che è partito il mio progetto». Non solo diffusione della parola ma anche di una cultura, quella araba, forse poco conosciuta o meglio ancora vittima di tanti pregiudizi. Nessun tabù, invece, per i suoi coetanei, anzi un’apertura curiosa e collaborativa che ha dato vita a una vera e propria saga che appassiona i suoi fan sui social.
I giovani e la riscoperta della cultura
Non solo web per il giovane influencer, ma anche divulgazione nelle aule di molte scuole, molti gli incontri con giovani studenti come quelli del Liceo “Ilio Adorisio” di Cirò, o del Liceo Linguistico “Gravina” di Crotone dove Andrea ha tenuto un corso di orientamento linguistico proprio sull’arabo; e poi convegni, interviste e rubriche condivise con altri giovani, insomma un percorso di crescita e di esempio quello di questo giovane ragazzo. Arabo ma non credente, rispettoso però della religione appartenente alla sua cultura, curioso a tal punto da praticare quest’anno, nonostante tutto, il Ramadàn mese dedicato al digiuno e alla preghiera.
Andrea D’Amato ha, infatti, fedelmente seguito, per tutto questo periodo, i dettami di questa antica tradizione religiosa, tenendo i suoi follower informati, in ogni momento della giornata. «È stata una bella esperienza che mi ha fatto capire molte cose, in primis che non è un così grande sacrificio, questo perché volere è potere; poi ho capito che in fondo le nostre abitudini se vogliamo possono cambiare e con i sacrifici tutti possiamo diventare migliori, è stato un grande insegnamento per me».
Il futuro Andrea lo vede ben chiaro, il sogno di diventare cultore di lingua araba e cultura arabo-islamica è il prossimo obiettivo focalizzato e raggiungibile. L’incontro tra culture, quando diventa scambio reciproco, arricchisce, apre la mente, proietta verso il futuro. La riscoperta delle proprie radici costituisce il vero senso di identità, aiuta a riappropriarsi del proprio io, di quello che si è stato e di quello che sarà.
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