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Home Sanità

Asp Vibo, Città Attiva: «Riaprire la medicina d’urgenza e l’osservazione breve intensiva»

L'Osservatorio civico si rivolge alla commissione straordinaria. Messi poi a confronto i dati sul personale sanitario tra la Calabria e la Lombardia. «Impietosi quelli su Vibo»

Di Redazione
16 Marzo 2025
In Sanità
In Calabria l’assistenza sanitaria regionale tra le peggiori d’Italia: due le aree con punteggi molto bassi

«Ora che sappiamo di rappresentare un modello per il resto d’Italia, ci sentiamo legittimati ad alzare l’asticella delle pretese. Compiaciuti dal fatto che il Niguarda ci osserva con ammirazione, riteniamo che la commissione straordinaria non possa attendere un minuto di più e che debba riaprire immediatamente la medicina d’urgenza e l’osservazione breve intensiva. Il primo passo è stato fatto, mettendo a disposizione gli spazi, ma adesso bisogna raggiungere il traguardo, attivando i posti letto ed assumendo il personale necessario. E, per fare davvero una bella figura, insistiamo pure nella richiesta di provvedere subito all’acquisto di nuove barelle, di sedie a rotelle, di almeno un ecografo, di nuovi elettrocardiografi e di tutto il materiale sanitario e la strumentazione tecnologica mancante, che abbiamo più volte elencato. Ora che il Niguarda di Milano ha gli occhi puntati su di noi, dobbiamo fare presto. Soprattutto dobbiamo dimostrare che ce la possiamo fare anche da soli, senza necessità di ricorrere ad “amministratori di sostegno”. Si vocifera infatti che si stia surrettiziamente commissariando anche l’organizzazione dell’emergenza-urgenza in Calabria».

Lo rendono noto Daniela Primerano, Francesca Guzzo e Ornella Grillo, componenti dell’Osservatorio Civico Città Attiva attraverso un articolato e lungo comunicato stampa.

La sede dell’Asp di Vibo Valentia

Allarme per inefficienza e divisione tra cittadini

«Siamo certi che ai colleghi meneghini siano stati riferiti i numeri che ci condannano inevitabilmente all’inefficienza nei servizi. Lo Stato continua a dividere i cittadini in categorie di serie A e di serie B, trattandoli di conseguenza. Ma ci sono anche quelli di serie Z, nella quale ovviamente rientriamo proprio noi calabresi. Nonostante abbiamo visto uno Stato correre in nostro aiuto 15 anni fa, a fronte dell’immediato aumento massimo delle addizionali regionali, non abbiamo potuto ahinoi apprezzare ancora i meriti e gli effetti dell’intervento statale nel nostro sistema sanitario. Evidentemente i princìpi costituzionali sono da considerare ormai acqua passata, visto che dal 1948 ad oggi ne sono trascorsi di anni… ».

Confronto impietoso con la Lombardia

«Vorremmo innanzitutto chiedere – continua il comunicato – agli esperti milanesi, riguardo alla dotazione di personale sanitario tra pubblico e privato convenzionato e di posti letto, se sanno quanto segue. Per 10.000 abitanti in Calabria ci sono 119 addetti, mentre la Lombardia può contare su 151 operatori sanitari, 32 in più ogni 10.000 abitanti. Mentre la Lombardia ha a disposizione 41 posti letto ogni 10.000 abitanti, noi ne abbiamo solamente 33. È il numero più basso in tutta Italia, riservato solo a noi ed alla Campania. Per completare il quadro, un cenno lo dobbiamo fare anche alla spesa pro-capite. Quella assegnata ai lombardi è di 2.246 euro, mentre per i calabresi è pari a 2.124 euro. Oltre 100 euro di differenza che va moltiplicato per il numero degli abitanti in Calabria, pari a 1.855.454. E non ci si nasconda dietro apparenti criteri, perché è a parità di condizioni che si fanno i confronti!

E volutamente, in questa analisi, ci fermiamo al confronto con la sola Lombardia, trascurando i numeri di altre regioni, che evidenzierebbero discriminazioni ancora più eclatanti. Tutto ciò, si badi bene, avviene sotto l’occhio vigile dello Stato. Uno Stato che ancora oggi ha in mano la sanità calabrese e che quindi è il garante del nostro diritto alla salute. Evidentemente la nostra vita non vale granché, visto che la matematica non è un’opinione».

Situazione drammatica a Vibo Valentia: risorse al minimo

Le rappresentanti snocciolano quindi la situazione vibonese. «Se poi ci spostiamo su Vibo, i numeri diventano impietosi: operando il confronto con le altre province, il gap in termini di risorse (in particolare per l’assistenza socio-sanitaria) è pari al 40% in meno. La differenza con Crotone diventa così esagerata da indurre a ritenere che la realtà dei fatti sarebbe da sottoporre al giudizio della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo: 4.530.618,95 euro a Vibo e 35.124.476,16 euro a Crotone, a parità di popolazione, per il triennio 2022-2024. Ed anche in termini di posti letto i numeri dell’ingiustizia che subiamo sono eclatanti: 1,86 per 1000 abitanti quelli attuali e 2,39 quelli con la nuova programmazione (al di sotto addirittura del coefficiente indicato a livello nazionale del 3 per 1000), mentre Crotone passa incredibilmente da 3,92 a 4».

Appello alla commissione straordinaria

«Ed è in questo scenario che l’Asp di Vibo ha subìto addirittura un taglio di risorse di ben 30 milioni nel passaggio dall’assegnazione provvisoria a quella definitiva, e quindi dal Dca 217/2023 al Dca 92/2024. Ci si domanda di fronte a questi numeri, ed in vista della programmazione 2025-2027, che posizione abbia deciso di prendere la commissione straordinaria chiamata a gestire l’Asp di Vibo ed a garantire i Livelli essenziali di assistenza anche nella nostra provincia, in coordinamento con il commissario ad acta alla sanità, così come previsto dall’articolo 4 comma 1 del decreto Calabria».

Conclude il comunicato: «Sarebbe davvero inaccettabile, oltre che fortemente deludente, se la commissione straordinaria, chiamata direttamente dal Ministero dell’Interno a ripristinare la legalità, si dimostrasse incapace di attuare innanzitutto il principio di equità, in un’Asp che da decenni viene fortemente penalizzata in termini di risorse, di personale, di posti letto e di investimenti».

Tags: ASP Vibo ValentiaCommissariamentoOsservatorio Civico Città AttivaSanitàVibo Valentia
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