Sulla possibilità che un assessore comunale possa essere incompatibile a causa di un debito verso Palazzo Luigi Razza, il sindaco di Vibo Valentia Enzo Romeo ha avuto una «approfondita consultazione» con il segretario generale del Comune Domenico Libero Scuglia, il quale è già intervenuto sulla vicenda.
Opportuno rivolgersi al Ministero dell’Interno
«Ho inteso richiedere un accurato approfondimento giuridico-amministrativo – spiega il primo cittadino – e pur rassicurato sul modello di verifica eseguito, ho concordato con il segretario generale circa l’opportunità, in merito al caso prospettatomi, di richiedere, attraverso un quesito che sarà specifico e calzante, un parere al competente Ufficio del Ministero degli Interni».
Piena fiducia nell’operato degli uffici comunali
Continuando il sindaco ha aggiunto: «Ribadisco la mia fiducia nell’operato degli uffici comunali e non ritengo vi siano, allo stato dei fatti e degli atti, elementi tali da suscitare le reazioni scomposte e gli attacchi strumentali che ho avuto modo di registrare e di leggere in questi ultimi giorni. Gli atti sono trasparenti e veritieri, nulla è stato nascosto ma nulla può essere considerato definitivo e sancito fino all’esito del quesito poc’anzi indicato. Fatto questo imparziale passaggio, mi riservo una valutazione politica ad ampio raggio, come è nelle mie facoltà, per porre entro un argine ancora più solido la maggioranza di area progressista. Evidenzio, a margine, l’ingenerosità sferzante dei giudizi e delle accuse che mi vengono rivolte: il mio operato rimane, per carattere e prassi, sempre prudente e attento».
Laddove dovessero emergere «elementi di cogente impraticabilità giuridico-funzionale», il sindaco fa sapere che sarà «il primo a chiedere e certamente ad ottenere che questi vengano rimossi nell’interesse dell’amministrazione comunale, ben consapevole di essermi circondato di figure leali e oneste che – chiude Romeo – non attenderanno nemmeno un attimo ad assumere decisioni adeguate, limpide e inequivocabili, per serietà, qualità etiche e dirittura morale».