Quasi in sordina ha rischiato di passare una conferenza di livello universitario tenutasi questa settimana a Vibo Valentia, grazie alla gentile disponibilità di uno fra i maggiori divulgatori italiani dell’evoluzione. Il Festival delle Scienze del Liceo Scientifico Statale “Giuseppe Berto”, denominato “Systemia” nella sua sesta edizione (unendo informatica, Stem e Intelligenza Artificiale), ha annoverato nella rosa delle e degli illustri ospiti il celebre Telmo Pievani, figura di spicco per la biologia evolutiva e la filosofia della scienza accademiche.
Un relatore dal curriculum onorevole
Telmo Pievani è professore ordinario presso il dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, dove insegna discipline biologiche e divulgative. È il primo filosofo della scienza ad aver ricoperto la carica di presidente della Società Italiana di Biologia Evoluzionistica e lavora anche per l’American Museum of Natural History di New York, oltre a essere socio di svariate Accademie nazionali. Chiunque nel campo della teoria dell’evoluzione lo conosce, non foss’altro per la sua produzione libraria e gli spettacoli dal vivo che periodicamente porta a teatro. Se si effettuano ricerche online sull’argomento, i primi risultati non saranno che le pagine di Pikaia, il portale italiano dell’evoluzione, da lui diretto. Festival ed esposizioni scientifiche lo vedono costantemente nel board di organizzazione, e non c’è studente del settore che non abbia mai dovuto approcciare un qualche suo testo.
A intervistarlo da remoto per l’occasione, un’eccellenza pluripremiata dell’istituto: Giorgio Assisi della 5^ Aosa (Opzione Scienze Applicate), con un momento dal titolo “EvolutivaMente”. «Gli esseri viventi che non si sono ancora presentati in natura, non lo hanno fatto perché non si sono ancora verificate le condizioni contingenti necessarie alla loro emergenza oppure perché soffrono di limiti intrinseci nel loro sviluppo che ne impediscono la manifestazione?»: con questa domanda a bruciapelo il giovane ha inaugurato l’intervista, seguita dai ringraziamenti del relatore per l’attenzione riservatagli, alla presenza della dirigente Licia Bevilacqua.

I libri divulgativi di Telmo Pievani
Il maturando ha voluto seguire, nell’interlocuzione, un percorso alla scoperta dei saggi editi dall’autore, principiando esattamente con “Tutti i mondi possibili. Un’avventura nella grande biblioteca dell’evoluzione”, viaggio alla ricerca di quei mondi immaginabili ma (non ancora?) comparsi nella nostra realtà. La risposta sta probabilmente a metà delle due opzioni. Il dialogo ha toccato così il rapporto scienza-fede, da lui analizzato in “Creazione senza Dio”: la soluzione pare semplice, basta riconoscere a entrambe la potestà nei propri separati magisteri, però guai se l’una scavalca sull’altra.
Ma quale, a questo punto, la linea di confine fra scienza e filosofia, secondo un filosofo della scienza? «Nelle scienze evolutive rivestono ambedue un ruolo cruciale, la prima si avvalora della seconda e viceversa, ciò che conta è non rinunciare al rigore dell’oggettività», ha affermato Pievani. Dei suoi testi, particolarmente curioso è “Serendipità. L’inatteso nella scienza”, incentrato sulle scoperte che il caso ci pone sotto gli occhi mentre si sta cercando tutt’altro: c’è sì casualità nella scienza, tuttavia senza un osservatore arguto la Fortuna passa e ripassa a vuoto.

Natura e scienza sono imperfette
Scienza non è perfezione, come fede e filosofia non sono il contrario. Con “Imperfezione. Una storia naturale” lo scienziato spezza una lancia a favore di un caso a tratti capriccioso, epperò artefice della vita a noi nota. Perché “La natura è più grande di noi. Storie di microbi, di umani e di altre strane creature”, e chi pensasse di dominarla ne finirebbe catastroficamente travolto.