Si terrà questa mattina, 9 gennaio, alle ore 11, presso la sala consiliare del Comune di Vibo Valentia, la prevista riunione della Conferenza dei sindaci della provincia. L’appuntamento è particolarmente significativo e politicamente rilevante: nell’agenda dei lavori dell’assemblea, infatti, è stata iscritta al primo punto dell’ordine del giorno la “ricostituzione degli organi”: ossia i sindaci del Vibonese sono chiamati ad eleggere il nuovo comitato ristretto, che (da regolamento) dovrà essere composto da cinque primi cittadini del territorio, compreso il sindaco del capoluogo che, tuttavia, nel comitato ristretto entra di diritto. Una volta eletto l’organismo, questo sarà poi chiamato nei prossimi giorni ad eleggere il nuovo presidente della Conferenza dei sindaci, che dovrà essere scelto tra i primi cittadini del Vibonese.
Ma chi sarà indicato a ricoprire tale ruolo? L’assemblea è un organismo strategico nell’ambito della politica sanitaria del territorio. Gli appetiti dei partiti non mancano: ricordiamo che la Conferenza è costituita da tutti i sindaci dei comuni ricompresi nell’Ambito territoriale dell’Azienda sanitaria provinciale ed esercita funzioni di indirizzo, di verifica e valutazione nei confronti dell’attività della stessa Asp.
Non si facciano contese politiche
Dunque, che fare? A nostro modesto avviso, nulla di straordinario: sarebbe importante, quanto necessario, non trasformare l’elezione del nuovo capo dell’assemblea dei sindaci nell’ennesima contesa politica. In una sorta di liturgia stucchevole e poco redditizia per tutti, soprattutto per la comunità vibonese che, in questo momento, crediamo, di tutto abbia bisogno tranne che di tifosi da curva sud e curva nord. Gli ultrà lasciamoli allo stadio. Per dimostrare quindi che si può anche volare alto, la politica potrebbe, dovrebbe trovare una sintesi attorno al sindaco della città capoluogo. Massimo rispetto e considerazione per tutti i primi cittadini del Vibonese. Ci mancherebbe pure.
Ma Enzo Romeo è il sindaco del Comune che amministra il maggior numero di abitanti rispetto a qualsiasi altro centro dell’intera provincia. L’attuale primo cittadino guida un ente capoluogo, che è sede anche della Provincia, nonché di diversi uffici della pubblica amministrazione che ha suddivisioni territoriali proprio a carattere provinciale. Insomma, la sua elezione dovrebbe rientrare nell’ordine naturale delle cose. Ma in politica nulla è scontato. Al contrario, le sorprese non mancano. Ma qui appare estremamente necessario dover lavorare per costruire, non per distruggere. Il Vibonese è già fin troppo lacerato da battaglie politiche che nel corso del tempo hanno lasciato solo macerie e nient’altro.
La sanità a queste latitudini è tutta da ridiscutere
Ci si dia, dunque, da fare per risollevare realmente le sorti della sanità locale e si lavori per una indicazione unitaria: eleggere Romeo a presidente della Conferenza dei sindaci non dovrebbe essere un solo fatto politico, ma un fatto di opportunità politica. Dimostrerebbe unità oltre le appartenenze. Il primo cittadino di Vibo Valentia, in questo caso, non darebbe lustro a se stesso, ma, in quanto primo cittadino del capoluogo di provincia, darebbe certamente maggiore autorevolezza a un intero territorio che ha un maledetto bisogno di essere rappresentato, ad ogni livello istituzionali, in maniera politicamente compatta sui grandi temi che toccano da vicino la vita delle persone e, quindi, i loro bisogni e i loro problemi.
La sanità a queste latitudini è tutta da ridiscutere, da ripensare sin dalle sue fondamenta: ospedali vetusti, servizi sanitari insufficienti a dare risposte adeguate, reparti che chiudono, personale che viene licenziato invece di essere assunto. Medici specializzati, poi, che da queste parti non vogliono proprio venire a lavorare, malati che rinunciano a curarsi perché soli, stanchi di attendere visite specialistiche e privi di sostegno sociale. La politica allora dia un segnale diverso per una volta.
Non tenti, come spesso fa, di sistemare le proprie bandierine sulle torri dei bisogni della collettività. Al contrario, si faccia quello che – a ben guardare – appare realmente (logico, ci viene da dire) giusto fare in questo momento. Per questa provincia, per i cittadini tutti, a cui la politica, i partiti garantiscono in ogni occasione il proprio impegno. Tranne poi… guardare altrove.
































