Acronimo di “Didattiche per Ambienti di Apprendimento”, il modello Dada, diffuso in oltre cento scuole italiane, nato e sviluppatosi all’interno dei Licei “A. Labriola di Ostia” e “J.F. Kennedy” di Roma, a partire dall’anno scolastico 2014/2015, è presente a Vibo Valentia grazie all’adozione avvenuta l’anno scorso ad opera di Raffaele Suppa, dirigente scolastico del liceo “Morelli-Colao”, e quest’anno di Antonello Scalamandrè, dirigente scolastico del liceo “Vito Capialbi”. Entrambi i presidi, attraverso la rimodulazione dei luoghi destinati al processo di insegnamento e apprendimento, hanno colto l’opportunità di ripensare l’azione formativa ed educativa quale esperienza didattica rinnovata, secondo il pensiero pedagogico costruttivista.
Ecco il nuovo metodo
Il metodo Dada ha infatti come fulcro una prospettiva che vuole la conoscenza quale prodotto sociale, che prende vita e forma attraverso la comprensione di quel mondo che circonda gli studenti e li conduce verso una riflessione sulle proprie esperienze. L’introduzione di ambienti specializzati per i diversi tipi di apprendimento e l’eliminazione delle tradizionali aule fisse hanno spinto le due scuole a divenire “in movimento”, in quanto sono gli allievi a muoversi da un’aula tematica all’altra grazie all’innovativo modello che capovolge il tradizionale schema scolastico. Le aule, ambienti attivi di acquisizione di conoscenze e crescita umana, personalizzate per ciascuna materia dai docenti con l’ausilio dei discenti, sono assegnate non alle singole classi bensì agli insegnanti, i quali divengono in tal modo i motori del cambiamento.
Gli scolari, esattamente come avviene negli Usa, spostandosi da un’aula all’altra nel cambio di lezione, percepiscono più coinvolgimento e motivazione nel processo di apprendimento, poiché, come sottolinea il preside Scalamandrè, «anche il semplice spostamento ripristina la concentrazione e ha effetti positivi sulla percezione dell’avere e del condividere, sulle motivazioni e sul raggiungimento degli obiettivi». Così come per il preside Suppa, per il quale «socializzare nel modo adeguato, armonizzare la serenità e il benessere psico-fisico con l’acquisizione di conoscenze si traduce in competenze». Il ripensamento degli spazi degli istituti, complessivo per il liceo Morelli e oggi parziale per il liceo Capialbi che, nonostante l’attuale importante adeguamento sismico dei suoi ambienti, sta applicando la Dada con l’ausilio di qualsiasi ambiente didattico a disposizione, presidenza e aula magna comprese, ha comportato l’adozione di arredi, decorazioni e sussidi tecnologici specifici e collegati alle varie discipline che al loro interno vengono insegnate. Il metodo Dada, oltre a rivedere gli aspetti logistici dei luoghi deputati alle lezioni, comporta dunque un nuovo modo di percepire l’acquisizione di abilità: gli allievi, grazie al coinvolgimento della loro sfera emotiva, vivendo in prima persona, da attori protagonisti, la loro scuola e le fasi dell’apprendimento, accrescono il proprio senso di responsabilità e il legame con ciò che li circonda, preparandosi a divenire bravi cives.
E i Licei Morelli-Colao e Capialbi, grazie alla lungimiranza dei propri dirigenti e al concreto ausilio nelle vari fasi di attuazione dei rispettivi staff di presidenza, composti dai professori Iosella Marino e Antonio Natale e Ines Calafati, all’interno di una prospettiva che vede ogni singolo discente protagonista della propria formazione, hanno predisposto armadietti personali per i giovani studenti; per gli ambienti didattici cattedre tecnologiche con Lim interattive; librerie digitali e cartacee capaci di unire elementi tradizionali a quelli attuali, e quanto altro serve per addivenire al successo scolastico dei destinatari e innalzare le abilità di tutti i protagonisti del cambiamento. L’interazione collaborativa, improntata al dialogo e al rispetto reciproco, implica il vicendevole riconoscimento di diritti e doveri. Aver individuato, all’interno dei singoli istituti, da parte dei dirigenti scolastici Suppa e Scalamandrè, cosa genera benessere dentro le proprie comunità scolastiche fa sì che le diversità non si traducano mai in disuguaglianze. Il senso di responsabilità degli studenti verso lo studio e anche verso i compagni e le cose presenti nella scuola, inteso quale ottimo motore capace di portare al raggiungimento di obiettivi graduali e positivi, contamina positivamente l’intero processo che come finalità si pone la crescita educativa, culturale e professionale dei discenti, nonché lo sviluppo della propria autonomia e l’esercizio delle responsabilità personali e sociali.