Sostare sulla soglia delle vite è una sensazione bellissima: si spalancano continuamente emozioni, a volte definite, altre sfumate. Roberto Di Gioia, originario di Vibo Marina, protagonista di questa storia dà immediatamente l’idea di essere un uomo deciso: cuoco e barman, creativo e innovativo. Oggi è imprenditore a Torino, una città elegante e impegnativa. In molte di queste esistenze giovani, in Roberto sicuramente, ritroviamo personalità, stile nel modo di affrontare la vita professionale.
La storia di Roberto Di Gioia e quel biglietto per Parigi
Abbiamo chiacchierato con Roberto Di Gioia, classe 1994, in un primo pomeriggio di gennaio, di quelli mediamente freddi:« Sin da piccolino mi piaceva il mondo dell’ospitalità, si capiva che quello era il mio posto. Ho iniziato a cucinare presto, perché dovevo: sostanzialmente stavo a casa da sola e mi arrangiavo. Successivamente ho frequentato la scuola alberghiera, ero già un riformista in cucina. Ho sempre amato il cambiamento: una volta trasformai un menù rendendolo liquido con gli stessi ingredienti. Finita la scuola, ho lavorato in Calabria tra Tropea e Vibo».
A 21anni Roberto ha deciso di trasferirsi a Parigi:«Lì avevo un buon lavoro da barman con la possibilità di un alloggio datomi dall’azienda. Era un ristorante, ma facevo cocktail bar. Sono rimasto in Francia un anno e mezzo, vivendo una esperienza estremamente formativa. Poi ho deciso di tornare e dopo una parentesi a Pizzo, sono partito per Torino, qui avevo già degli amici, ci sono arrivato nel 2019. In questa città ho fatto due esperienze in cocktail bar molto importanti. Tuttavia, ho sempre avuto il sogno di un locale mio».
Torino e il sogno di fare l’imprenditore
E la sua aspirazione Roberto Di Gioia l’ha realizzata, perché oggi non è solo un barman affermato, m un giovane imprenditore, che si occupa personalmente della sua cucina: «Sono le cose difficili nella vita che ti possono dare, io diffido della facilità. Considera che io qui sono da solo, in una città che non è mia: ho vissuto mille difficoltà. Ho aperto il mio ristorante in estate, mi sono rimboccato le maniche e ho stretto forte i denti. I frutti però arrivano, oggi te lo posso dire. Il mio locale si trova in centro. A pranzo proponiamo una cucina veloce per chi ha poco tempo, a cena è un menù strutturato, studiato, con classici rivisitati».
Abbiamo chiesto a Roberto Di Gioia, come epilogo della nostra chiacchierata, se fosse felice, ci ha risposto così: «Inizio ad esserlo… Il mio progetto è quello di far crescere questo locale, farlo camminare da solo anche senza di me». I giovani e il lavoro che si creano, verrebbe da commentare. Perché sognare non è un peccato, ma una scommessa.
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